isola


Isola e rifugio di tutti i Sognatori Seriali Anonimi ...
gli altri sono avvisati.
Il passato, il presente, il futuro... ovunque e comunque, sono io, una sognatrice seriale, state attenti è una malattia!

This is a shelter island for all Anonymous Serial Dreamers ... and the others ?! beware!
Looking at past, present, future ... anywhere and anyhow, it's me...a serial dreamer ... be careful, it's a viral disease!


domenica 7 aprile 2013

nata difettosa

è decisamente così, continuo a pensarlo da una vita e con alterne vicende la cosa mi si ripropone ciclicamente: sono nata difettosa.

dev'esserci qualcosa che è andato storto fin da subito, che si è insinuato nel mio essere, qualcosa che ha inesorabilmente infettato il germoglio della mia autostima e vi ha fatto crescere intorno una muffa odiosa.

la sento, ripulisco, scaccio, scrosto, disinfetto, ma lei, la muffa, torna sempre!

mi fa essere inflessibile, con me stessa, a prescindere da tutto quel che faccio e mi impegno a fare;
costantemente alla ricerca di comprensione e scuse, per gli altri, a prescindere da quel che fanno (o mi fanno...);
sognatrice ostinata, a prescindere da ciò che faticosamente creo, ottengo, vedo e assaporo;
per assurdo, razionalista fino allo spasimo, alla ricerca dell'ordine perfetto delle cose, della suprema giustizia dei comportamenti, del merito e demerito;
insoddisfatta, inquieta ... e per questo .... sempre eternamente sofferente.

son tutta un contrasto, una contraddizione, un groviglio di "pro" e "contro", di "ma" e "comunque", "forza" e "basta!".

forse siamo tutti così, dicono... vabbè. ma saperlo non mi è sufficiente.

non è abbastanza e per questo enigma che mi attanaglia mi ritrovo ad esplorare ogni mio gesto, ogni gesto del prossimo, per capire motivi, incasellare e fare ordine nelle azioni mie e del mondo, senza staccare mai un attimo, senza respiro, alla ricerca della perfezione.

che fatica, che ansia, che peso. mi odio. non lo sopporto. non mi sopporto e ovviamente mi amo molto poco.

e allora di nuovo, sogno.
sogno il momento esatto in cui, con il tempo, riuscirò a perdonare le mie debolezze, insicurezze, difetti, accettandoli in me, sul serio, non solo per prova e magari fregandomene un po' saprò gioirne e prenderli un po' sottogamba... forse sarà come apprezzare una foto solo perchè mi piace, anche se la messa a fuoco non è un granchè.



martedì 2 aprile 2013

il cofanetto

Possiedo un cofanetto.
Si tratta di una specie di scrigno, molto speciale per me.
E’ in argento, grande quanto basta ad essere custodito tra le mani.
Non ha spigoli, parti appuntite, giunture o saldature … a vederlo è un bel monolito di metallo lucente e prezioso.

Liscio, ma non piatto, la sua superficie è disseminata di lievi increspature, quasi piccole martellate, che lo rendono irregolare ed imperfetto, ma che per questo invitano i polpastrelli a soffermarsi su di esse come ad indagare sulla loro origine…cosa le avrà provocate ?
quale trauma, urto o tentativo di scasso le avrà generate ?
che storia raccontano, … o proteggono ?
perché mai non sono state riparate, ripristinando una perfezione che ancora adesso si può intuire o immaginare ?

Quando lo sfioro, posso sentire il metallo scaldarsi tra le mie dita, divenire duttile e ancor più misterioso, un involucro accogliente che al tatto si appanna col calore della mano e che sembra un gatto accoccolato tra le mani del padrone, che fa le fusa in attesa di altre carezze, conservando intatti i suoi segreti intendimenti.

Non ha chiusure, né serrature o lucchetti, né molle che inducano o mostrino come si può aprire… solo io so quale avvallamento sfiorare per schiuderlo davanti a me al bisogno…e solo se e quando ce n’è bisogno o desiderio.

E’ evidente che si tratta di una creazione esclusiva, pensata e realizzata ad uno scopo ben preciso,
pensata e realizzata per essere adatta a me.
L’assurdo è che io stessa ne ignoravo l’esistenza fino a poco tempo fa.

Quando l’ho sfiorato per la prima volta e si è aperto docilmente al mio comando, ne sono stata incantata e sorpresa.
Con un lieve sussulto del cuore mi si è presentata subito una specie di macchia di colore, in porpora scuro, quasi un nero mancato, con sfumature violacee, cangianti di luce catturata e non più resa all’esterno … un velluto morbido, non disteso, anzi ripiegato più e più volte su sè stesso, come ricurvo e danzante, pronto a nascondere e poi subito a svelare, altero e dolce…

Istintivamente l’ho portato al viso, per sfiorarlo e capirlo, quasi fosse un’entità pensante…e mi ha accolto con un profumo sensuale e innocente, che sapeva di buono, di positivo e invitante, una specie di esortazione a restare e a indagare tra le sue pieghe misteriose.
L’ho fatto, perché ho subito colto che stavo per scoprire qualcosa di mio, di intimo e a me familiare, pur essendo tutto nuovo davanti ai miei sensi.

Vi ho trovato odori, ricordi, idee di persone vere e di esseri vivi solo nella mia fantasia, momenti vissuti o magari solo pensati, a volte inespressi, celati nella mia anima, talmente nascosti che nemmeno io ero cosciente della loro esistenza… desideri brucianti che mi hanno infiammato e altri che poi ho spento… senza riuscirvi del tutto.
Tante sfaccettature del mio io senziente che abitualmente mi intimoriscono e che spesso reprimo per non esserne travolta, ma che poi invece adoro, perché mi rendono viva.

…e dopo tutto questo ho capito quanto fosse importante questo cofanetto tra le mie mani, il suo prezioso contenuto e il suo pericoloso futuro.

Per questo l’ho richiuso dolcemente, accarezzando prima l’interno per imprimere nei miei sensi la sua accogliente morbidezza, poi il lucido metallo esterno per coglierne bene la forza e rassicurante solidità… e ora l’ho riposto al sicuro, pronto per ogni evenienza.

Il mio fedele scrigno terrà prigioniero il suo tesoro per sempre, senza mai perdere un solo respiro…
il tuo confido saprà fare altrettanto.


http://elsaperettidesign.blogspot.it/2010/11/my-heart-is-on-table.html



addtoany

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